Margherita Maria Ella Adele Ludovica di Incisa di Camerana nacque a Torino il 30 novembre 1879 dal marchese Alberto e dalla baronessa Amalia Weil Weiss appartenente ad una famiglia di banchieri di origine austriaco ebraica.
Entrata in collegio al Sacro Cuore di Valsalice presso Torino il 2 ottobre 1890, ne uscì nell'estate del 1897. Si diplomò infermiera volontaria nella Croce Rossa il 20 aprile 1909 a Padova. “Interventista convinta, prese attiva parte alla propaganda per la guerra a Torino contro il disfattismo giolittiano, avendo ereditato da suo padre il più profondo disprezzo per quell’uomo di governo…” mobilitata nel maggio 1915, in agosto fu al fronte prestando servizio presso vari ospedali da campo. Partecipò all'impresa di Fiume dal 4 ottobre 1919 all'11 giugno 1920, dapprima all'ufficio propaganda del Comando, poi in forza alla compagnia della Guardia "La Disperata", con il grado di tenente, per propaganda, infermiera, guardarobiera, etc.
Fu l'unica donna facente parte della Federazione Nazionale Arditi d'Italia. La si può ammirare in diverse fotografie conservate nell'attuale museo ed archivio presso palazzo Carrara, sede della Ternana Opera Educatrice, attorniata da legionari, in uniforme legionaria, col grado di tenente: "Fra gli arditi della D’Annunzio c’è una donna che sopra una succinta gonna grigio-verde porta la giacca coi risvolti neri. Ha il grado di tenente; prende parte alle marce, alle esercitazioni; con una virile grazia quest’anima ben temprata si piega alle necessità rudi del blocco, vigilando alla salute morale e alla disciplina delle sue truppe, perorando la causa loro presso il Comandante: costantemente la si vede a fianco di Rossi Passavanti: spunta il romanzo. Accadrà un giorno che il capo della Disperata sposi la marchesa Incisa di Camerana", come riporta il poeta Leone Kochnitzky.
Ma nella società del tempo non era questo il posto riservato alle donne. Tant'è che in siffatta compagnia ed in tali sembianze provocherà il dispregio di moralisti e benpensanti di ogni colore. Il socialista, leader dell'ala riformista del partito, Filippo Turati, in una lettera alla compagna Anna Kuliscioff del 20 marzo 1920, parla della marchesa con espressioni davvero poco lusinghiere: "Il povero Nitti è furibondo per le indegne cose di Fiume. Non solo proclamano la Repubblica di Fiume, ma preparano lo sbarco in Ancona, due raids aviatori armati sopra l'Italia e altre delizie del genere. Fiume è diventato un postribolo, ricetto di malavita e di prostitute più o meno high life. Mi parlò di una marchesa Incisa, che vi sta vestita da ardita con tanto di pugnale. Purtroppo non può dire alla Camera tutte queste cose, per l'onore d'Italia."
Il 20 luglio 1920 sposò il conte Elia Rossi Passavanti, più giovane di lei di 17 anni. Dal 1927 al 1936 fu ispettrice delle infermiere della Croce Rossa per la provincia di Terni; tra il 1935 e il 1938 inviò ripetute richieste al Ministero per gli Affari Esteri per partire come infermiera, dapprima in Africa Orientale quindi in Spagna, ottenendo sempre un rifiuto, motivato dal fatto che le infermiere inviate in tali zone dovessero essere solo professionali e non volontarie.
Durante il secondo conflitto mondiale fu mobilitata per la Campagna greco albanese e si imbarcò, il 30 marzo 1941, sulla nave ospedale "Sicilia" diretta a Valona. Prestò servizio presso l'ospedale territoriale di Tirana dal 2 aprile al 31 maggio 1941 mentre, dall'aprile al luglio 1942, effettuò varie missioni imbarcata come capogruppo sulla regia nave ospedale "Città di Trapani". Dal 20 luglio 1942, nell'ospedale militare di Caserta, si occupò dell'assistenza ai prigionieri britannici.
Dal dopoguerra all'inizio degli anni '60, prestò servizio a Roma, occupandosi sia di attività politica con l'Unione Monarchica Italiana, l'Associazione Nazionale Donne Elettrici e la Lega Artigiana Donne Italiane, sia di attività benefico-assistenziale con associazioni quali il Movimento di Collaborazione Civica e il Comitato Patronesse dell'Associazione Nazionale Arma di Cavalleria, in cui rivestiva la carica di Presidentessa onoraria.
La marchesa morì a Roma nella sua casa di via Cernaia 15, alle una del mattino del 5 febbraio 1964. E' sepolta nella cappella di famiglia di Piana Crixia, in provincia di Vercelli. L’archivio Rossi Passavanti-Incisa di Camerana è conservato a Terni presso la Fondazione Ternana Opera Educatrice.