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Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Umbria

Le carte di un Monuments Man: Cesare Fasola

L’archivio di Cesare Fasola, contenente anche le carte della moglie Giusta Nicco, è stato rinvenuto nel 2011 presso l’Azienda di agriturismo biologico Torre Colombaia, nella quale era ed è ancora conservato, ai cui proprietari era pervenuto per via ereditaria.

Già dalla prima visita fu evidente come nel fondo, seppure di modeste dimensioni, si custodissero documenti importanti per la storia dei due coniugi Fasola, noti per le loro competenze storico-artistiche e, soprattutto in ambiente toscano, per la militanza politica nel periodo della Liberazione e nel Secondo dopoguerra. Fu anche subito chiaro che le carte conservate in Umbria costituivano una parte, anche se la più consistente, della produzione archivistica di Cesare; un piccolo fondo a lui  intitolato, contenente anche documentazione del Comitato di liberazione nazionale di Fiesole, è infatti conservato dal 1964 presso l’Istituto storico della resistenza in Toscana ed altri documenti che lo riguardano si trovano nell’Archivio storico comunale di Fiesole. Di Giusta, invece, non è stato rinvenuto altro.

Nel 2014 due valigie d’epoca, contenenti carte e fotografie, furono trasferite temporaneamente presso l’allora Soprintendenza archivistica  per l’Umbria e fu  avviato il lavoro di riordinamento ed inventariazione, terminato con la redazione di un volume a stampa nella collana della Soprintendenza “Segni di civiltà”. L’archivio, costituito da 47 fascicoli, condizionati in 14 buste, con estremi cronologici dal 1860 al 1965 e numerosi documenti senza data, fu dichiarato di interesse storico particolarmente importante il 15 aprile 2015. Organizzato in tre sezioni - Cesare Fasola,  Giusta Nicco Fasola, Famiglia Fasola -, contiene documentazione relativa all'attività professionale e politica e documenti personali dei due coniugi, oltre a parecchie fotografie familiari. Di Cesare ci sono, in particolare, lettere, appunti, schede, disegni, testi e bozze di pubblicazioni a stampa, certificati ed attestati, documenti relativi alla morte della moglie. Di Giusta si segnalano il carteggio (poche lettere) con Benedetto Croce, Pietro Nenni e Lionello Venturi e la corrispondenza con gli editori delle sue opere a stampa. Alla famiglia Fasola sono attribuite, invece, poche carte, relative soprattutto all'eredità di Cesare, e gran parte delle fotografie.

Ma chi era Cesare Fasola? Nato a Torino il 22 dicembre 1886, fu inizialmente un “colto e distinto sacerdote”, oltre che organista. Studente nel Collegio Eugeniano di Firenze, nel 1920 si diplomò presso la Scuola di archivistica, paleografia e diplomatica annessa al Regio Archivio di Stato di Torino e a maggio 1922 si laureò in lettere nella Regia università degli studi di Torino, con il punteggio di centodieci su centodieci. Nell’anno scolastico 1922-1923 svolse la sua prima esperienza di insegnamento sempre a Torino e, superato il concorso, il 3 dicembre 1924 fu nominato professore di ruolo in materie letterarie presso il Regio ginnasio P. Dionisio di Fossano, in provincia di Cuneo. Successivamente si trasferì a Firenze, comandato dal 1933 nella Soprintendenza alle gallerie per le province di Firenze Arezzo e Pistoia, svolgendo questo incarico fino al suo pensionamento. Nel frattempo, aveva anche iniziato a dare alle stampe i primi frutti dei suoi studi letterari, religiosi, storici ed artistici.

Nel 1934, non più sacerdote, sposò Giusta Nicco e dal 15 luglio 1940 si trasferirono a Fiesole. Quando era a Firenze, nel 1937, era stato più volte sollecitato ad entrare in un’associazione fascista. Dal modulo di iscrizione ufficiale alla Sezione di Firenze del Partito d’Azione del 1° settembre 1944 sappiamo, invece, che Cesare aveva “aderito” al Partito nazionale fascista dal 1927 al 1943, che “era stato denunciato e sorvegliato”, aveva svolto “attività politica clandestina sotto l’occupazione tedesca dopo l’8 settembre 1943” e si era unito al PdA già nel 1941, arruolato nella Cellula 900 - il cui capo settore era la stessa Giusta - per occuparsi di “collegamenti, propaganda, varie, organizzazione Comitato di Fiesole, Giunta Comunale”. Tra i suoi presentatori, come compagni di partito, Cesare aveva citato Carlo Ludovico Ragghianti ed Ernesto Codignola, indicando quella “culturale” come l’attività volontaria che avrebbe preferito svolgere nel partito stesso. Nel PdA, che rappresentò all’interno del Comitato toscano di liberazione nazionale, fu membro dell’esecutivo e partecipò anche al Comando della Divisione Giustizia e libertà di Firenze. Insieme a sua moglie, che ne era segretaria, fu membro del CLN di Fiesole, costituitosi ad ottobre 1943. Era proprio nella loro abitazione che si tenevano le riunioni e ancora oggi, su un lato del caminetto di quell’appartamento, si possono vedere le firme di alcuni dei partecipanti: Giuseppe Roselli, Enrico Baroncini, Giusta Fasola, Cesare Fasola, Giovanni Ignesti, Aldo Gheri, Mino Labardi, Edoardo Salimbeni. Nella giunta straordinaria insediata a Fiesole dal CLN nel settembre 1944, Cesare fu assessore all’assistenza sociale e all’igiene.

Presso la Soprintendenza alle gallerie si era, invece, occupato della tutela delle opere d’arte della Toscana dalle offese belliche ed aveva svolto anche un ruolo importante per la protezione dei beni artistici ebraici. Insieme al soprintendente Giovanni Poggi, a Pasquale Rotondi, Gian Alberto Dell’Acqua, Francesco Arcangeli, Ugo Procacci, Emilio Lavagnino, Palma Bucarelli, Giulio Carlo Argan, Amedeo Maiuri e Bruno Molajoli, Cesare fu uno degli “eroi che durante la Seconda guerra mondiale misero in salvo il patrimonio artistico italiano”, citato nel volume Monuments Men Missione Italia, da cui è stato tratto l’omonimo film del 2014 scritto, diretto, prodotto e interpretato da George Clooney. Cesare, in realtà, si recava nei luoghi di salvataggio delle opere d’arte anche su “ordine preciso” del CTLN, “con la missione di agganciare i partigiani”. Alla zelante attività di funzionario statale, seppe dunque unire la militanza politica ed antifascista.

Nel dopoguerra Fasola riprese l’attività editoriale, pubblicando, in particolare, il volume Le Gallerie di Firenze e la guerra. Storia e cronaca. Alle elezioni del 24 marzo 1946 fu eletto consigliere comunale nella lista del Blocco democratico della ricostruzione, formato da azionisti, socialisti e comunisti. Poi aderì al Partito socialista italiano e fu ancora consigliere ed assessore ai lavori pubblici a Fiesole dal 1951 al 1956. Fu anche iscritto all’ANPI. Con dichiarazione integrativa del 14 gennaio 1950, la Commissione regionale toscana per il riconoscimento della qualifica di partigiano ne aveva attestato l’attività di “partigiano combattente” nella zona della Provincia di Firenze. Per il suo contributo alla Resistenza fu decorato di medaglia d’argento ed ebbe anche la  croce al merito di guerra. Alle elezioni amministrative del 6 novembre 1960, fu ancora eletto al consiglio comunale di Fiesole nella lista del PSI, anche se le sue condizioni personali e familiari lo costrinsero a dimettersi in modo irrevocabile dalla carica: Giusta era molto malata e l’8 novembre 1960 venne a mancare. Dopo la morte della moglie si trasferì nella vicina Bagno a Ripoli, dove morì il 14 novembre 1963.

L’archivio di Cesare Fasola e Giusta Nicco Fasola (1860-1965), inventario a cura di Rossella Santolamazza, Perugia, Soprintendenza archivistica dell’Umbria e delle Marche, 2015 (Segni di civiltà, 43) ISBN 978-88-9543-649-4 Link al PDF in Siusa



Ultimo aggiornamento: 09/09/2024